domenica 26 dicembre 2010

"Cronache del 2040" - Racconti dal futuro..di Yoani Sanchez



Me ne vado con il nipote più piccolo a passeggiare per le strade di un’Avana diversa e al tempo stesso familiare. Non gestisco più un blog e i miei settant’anni si vedono in ogni ruga del volto e nella lunga treccia bianca. Tutto questo potrebbe essere soltanto una fantasia futurista dai toni oscuri, ma preferisco credere che camminiamo in una città rinata e prospera. Ce ne andiamo in un parco a prendere il sole e cerco - come ogni anziano - di parlarle dei miei tempi, di quegli anni nei quali avevo la magrezza e l’energia che lui mostra adesso. 
Lo spagnolo è ancora la lingua madre dei miei figli, ma il ragazzo mi guarda come se non comprendesse ciò che dico. Si mostra perplesso quando parlo di “periodo speciale”, “tessera di razionamento” e “fedeltà ideologica”. I suoi problemi sono così differenti che non può capire le cose del mio passato. Mostra senza pudore di non conoscere bene la storia e chiama un leader scomparso con il nome di un cantante di salsa. Non riesce a comprendere la differenza tra il carattere socialista della Rivoluzione e la fine dell’Unione Sovietica.
Non mi zittisce per rispetto, ma nei suoi occhi leggo che tutte le mie chiacchiere lo annoiano. “La nonna è rimasta indietro nel tempo” dirà quando me ne sarò andata, ma davanti a me finge di ascoltare gli sfasati aneddoti di una Cuba remota. Questo ragazzo non sa che soltanto il presagio della sua venuta al mondo, quarant’anni prima, mi ha permesso di mantenere il buon senso. Immaginarlo, seduto in un parco dell’Avana futura, con la sua smorfia di incredulità, mi ha impedito di prendere il cammino del mare, della simulazione o del silenzio. Sono arrivata sin qui grazie a lui e invece di dirglielo, lo infastidisco con i miei aneddoti su ciò che è accaduto, su ciò che mai tornerà a ripetersi.
(Traduzione di Gordiano Lupi)

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