domenica 12 giugno 2011

PERHAPS LOVE - di Peter Chan (Hong Kong)

Queste le parole con cui inizia il film di Peter Chan: "La vita è come un film. Ognuno è protagonista del suo proprio film ma qualcuno può essere anche il co-protagonista del film di qualcun altro... A volte si sbaglia il montaggio, oppure si tagliano delle scene che, solo molto più in là, scopriremo essere fondamentali. Che fine facciano quelle scene, se siano solo immagini offuscate di un ricordo lontano o la vera essenza di ciò che si palesa ai nostri occhi, non si può dirlo."

La storia d'amore raccontata in questo film è struggente, drammatica "perchè (come ci suggerisce il regista nelle scene conclusive del film) l'amore permane anche dopo che è passato molto tempo... perchè così è l'amore". 

Diverse sono le citazioni che possiamo scorgere nella trama-figura di questo bellissimo film: dalle atmosfere musicali di Moulin Rouge di Baz Luhrmann, alla scena-icona del film Ethernal Sunshine of Spotless Mind di Michael Gondry dove i due protagonisti sono sdraiati sul ghiaccio. 

Molte sono le immagini-quadro che rimangono impresse nella memoria emotiva dello spettatore. 
Come quella in cui Lin, immerso nell'acqua, è nel confine indistinto tra ricordi e realtà, tra odio e desiderio di vendetta e amore travolgente per Sun. 
O come la scena del registratore, unico testimone-feticcio della disperazione e del senso di abbandono di Lin. 
E il capolavoro per tecnica e immaginazione creativa di Chan rappresentato dalla scena della lacrima contre-plongée, descritta molto bene dal blogger Pierre Hombrebuoeno: "non ricordo di aver mai visto in vita mia una lacrima immortalata contre-plongée (inquadratura dove la macchina da presa è riposta verticalmente in basso) , è un'aggressione del dolore verso la macchina da presa (e quindi verso il quadro e gli spettatori), lacrime che come gocce di pioggia bagnano lo spettatore condividendo con loro la propria tristezza." 
Questa la 'figura', ovvero ciò che guida l'attenzione e la percezione cosciente dello spettatore. 
E lo 'sfondo'...? 
E' la musica. Le bellissime canzoni da opera-pop che completano e valorizzano le immagini, organizzandole in un 'insieme significativo', una gestalt. E non è un caso che dopo il rientro a casa, nel cuore della notte quelle immagini e quella musica continuavano a girare, a connettersi con altre immagini, emozioni, sensazioni... ma questa è un'altra storia. La mia storia.


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